giovedì 2 giugno 2011

Energia, come gestire e ridurre i consumi

Si è svolta il 31 maggio 2011 presso l’Itis “F. Corni” di Modena, il seminario tecnico Energia, come gestire e ridurre i consumi, dedicato alla domotica.
L’evento si inserisce nel contesto più ampio di un ciclo di incontri tecnici sull’architettura sostenibile e sulla domotica, è proposto dall’Aess, l’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena.
Oggetto di studio sono le più significative innovazioni del settore presentate con esempi di realizzazioni concrete sul campo.
Nella presentazione del seminario si legge: "dallo scenario europeo alla misura e telegestione come base per il risparmio energetico, l’Energy Automation, i centri di costo e ricavo, il controllo delle anomalie, il monitoraggio della qualità dell’energia, delle misure ambientali e di processo e delle fonti rinnovabili."

Temi di grande attualità nell'avvicinarsi dell'importante appuntamento per i referendum del 12 e 13 giugno prossimi.

A proposito di fonti rinnovabili di energia:
Il nucleare. Il governo ha voluto riportare l’energia nucleare in Italia dopo un referendum nel 1987 che l’aveva rifiutata. Il nucleare è un cattivo affare: costa troppo, quasi tutti i paesi lo stanno abbandonando, ultimo caso la Germania, e in Italia le centrali non entrerebbero in funzione che tra quindici anni. Dopo gli incidenti di Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima l’energia nucleare si è dimostrata una minaccia per la vita del pianeta e la salute delle persone. L'efficienza energetica e le energie rinnovabili come il solare sono la strada che l’Italia deve seguire. Serve l'impegno perché i cittadini si pronuncino con il voto contro il nucleare.
e di sostenibilità:

L’acqua. Il governo impone il passaggio a imprese private del controllo e della gestione dell’acqua, considerandola una merce come le altre, dimenticando che l’acqua è un servizio essenziale, un diritto dei cittadini, un bene comune. Qui i referendum sono due: uno sulla gestione privata e l’altro sui profitti delle imprese - la legge prevede per i gestori un rendimento non inferiore al 7%. La privatizzazione non porterebbe a un miglioramento dell’efficienza, ma alla perdita del controllo da parte delle comunità locali su una risorse essenziale, all’aumento dei profitti e del potere delle multinazionali dell’acqua, al moltiplicarsi dei prezzi pagati dai cittadini.
Per saperne di più: http://www.referendumacqua.it/

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