sabato 9 agosto 2025

WHOFI: INTERCETTATI VIA WIFI E ANCHE ATTRAVERSO I MURI

 

Ogni osso, ogni organo, ogni respiro modifica le onde radio in modo unico e irripetibile. Non servono più telecamere o smartphone: il vostro corpo è diventato un’antenna biometrica ambulante che lascia tracce elettromagnetiche ovunque. I ricercatori della Sapienza hanno chiamato questa scoperta WhoFi, un sistema che vi identifica semplicemente dal modo in cui esistete nello spazio. La sorveglianza invisibile è realtà: ogni rete WiFi può ora riconoscervi istantaneamente, senza che ve ne accorgiate. Un gruppo di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma  ha sviluppato una tecnologia che apre scenari inquietanti nel campo della sorveglianza. Hanno dimostrato che è possibile identificare e seguire una persona utilizzando unicamente i segnali Wi-Fi, senza che questa porti con sé uno smartphone, Il sistema, battezzato “WhoFi”, si basa su un principio semplice: ogni corpo umano, con la sua massa e le sue caratteristiche fisiche uniche, interagisce con le onde radio in un modo specifico. La tecnologia WhoFi traccia individui senza telecamere né consenso. La tecnologia è destinata a far discutere e ad aprire nuovi scenari nel mondo della sorveglianza digitale.

L'articolo continua qui

sabato 5 luglio 2025

USARE CHATGPT FA MALE AL CERVELLO? ECCO LO STUDIO DEL MIT

Usare quotidianamente ChatGpt e altri strumenti di intelligenza artificiale avrebbe pesanti ripercussioni sulla capacità di apprendere, pensare e ricordare. Lo rivela uno studio del Mit di Boston, il primo nel suo genere, che ha misurato con elettrodi le attività cerebrali di tre gruppi di studenti: il primo al lavoro con ChatGpt, il secondo con accesso a Internet (ma senza strumenti di intelligenza artificiale) e il terzo con altri strumenti più tradizionali. I risultati, sostiene il Media Lab del Massachusetts Institute of Technology, sono inequivocabili. 

Rispetto al livello del gruppo che scriveva senza supporto digitale, il gruppo con accesso al solo motore di ricerca ha registrato una connettività cerebrale fra il 34% e il 48% più bassa; il gruppo con accesso a ChatGPT (nella forma di GPT-4o) ha mostrato una connettività cerebrale del 55% più bassa. In sostanza, più consistente è il supporto e più si riduce l’ampiezza dell’attività del cervello. Inoltre, nell’83% dei casi, chi aveva lavorato con ChatGPT ha poi avuto difficoltà nel citare frasi dai propri stessi testi già pochi minuti dopo averli consegnati, come se  non avesse sviluppato nessun senso di appartenenza riguardo al contenuto del proprio lavoro e tutta l’attenzione fosse andata solo a come riprodurre passivamente informazioni generate all’esterno. (Fonte:
RAI News
)

Visto su: https://t.me/rossobruni

martedì 17 giugno 2025

Traduttore in vetro

 

Non hai più bisogno di imparare il giapponese: negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nelle metropolitane giapponesi, la comunicazione con i turisti ora funziona così: il traduttore in vetro VoiceBiz UCDisplay riconosce il parlato in 12 lingue e visualizza la traduzione per due persone contemporaneamente.

Fonte: Пул N3 https://t.me/dimsmirnov175

mercoledì 4 giugno 2025

L’HANDICAPPATO DIGITALE

Siamo arrivati alla fase che Bernard Stiegler ha definito «miseria simbolica». Una condizione caratterizzata dal declassamento cognitivo che, secondo Stiegler, può essere ricondotta al lancio del web nel 1993. Questa condizione ha portato una nuova fase di «proletarizzazione», che Stiegler definisce anche come un’era di «stupidità simbolica» dovuta al «processo decisionale automatizzato»*.

Che cosa sta succedendo ai nostri «cervelli»? Sta succedendo una cosa alquanto preoccupante: «Internet ci rende stupidi».

Questa opinione non è frutto dei ragionamenti di quel «cretino» di Francesco Centineo, ma è un’opinione che viene ormai drammaticamente condivisa da tutti gli esperti di tecnologie digitali: le tecnologie digitali nuocciono gravemente alla salute mentale dell’individuo.

L’essere umano che si affida agli algoritmi rinuncia all’esercizio del pensiero e della memoria, rifiuta l’apprendimento e perciò smette di fare «conoscenza-del-mondo».

L’Homo Digitalis è un «tecno-cavernicolo» e la Caverna digitale, con tutte le sue ombre, è la sua dimora… Lo scrittore critico della tecnologia Nicholas Carr nel saggio Internet ci rende stupidi? Come la Rete sta cambiando il nostro cervello riprende gli studi di Marshall Mc Luhan sulle «tecnologie della mente» (medium) e scrive:

«Ogni nuovo medium, come aveva ben compreso McLuhan, ci cambia “La nostra reazione convenzionale a tutti i media secondo la quale ciò che conta è il modo in cui vengono usati”, scriveva, “è l’opaca posizione dell’idiota tecnologico.” Il contenuto di un medium è “paragonabile a un succoso pezzo di carne con la quale un ladro cerchi di distrarre il cane da guardia dello spirito”. Ma nemmeno McLuhan avrebbe potuto prevedere un banchetto abbondante quanto quello che Internet ha preparato per noi: una portata dopo l’altra, ognuna più succulenta della precedente, e a malapena abbiamo il tempo per prendere fiato tra un boccone e l’altro.

Quando i computer in Rete sono diventati piccoli come gli iPhone e i Blackberry, il banchetto è diventato mobile, disponibile, ovunque, in qualsiasi momento. É a casa nostra, nei nostri uffici, in auto, nelle aule di scuola, nei portafogli, nelle tasche. Anche chi è diffidente circa la crescente e ubiqua influenza della Rete raramente si lascia condizionare nel proprio uso e godimento della tecnologia. Il critico cinematografico David Thomson una volta osservò che “i dubbi si affievoliscono davanti alla certezza del medium.” Stava parlando del cinema e di come esso proietti sensazioni e sensibilità non soltanto sullo schermo ma anche su noi stessi, sul pubblico assorto e compiacente. La sua battuta si adatta forse ancora meglio alla Rete. Lo schermo del computer dissipa i nostri dubbi con i suoi vantaggi e le sue ricompense: è a tal punto il nostro servitore che sembrerebbe ingeneroso osservare che è anche il nostro padrone.»

Le GAFAM (le 5 maggiori multinazionali dell'IT occidentali: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) hanno costruito un sistema perfetto, la Rete, all’interno del quale, attraverso un sapiente uso degli strumenti tecnologici, gli esseri umani vengono continuamente indirizzati, educati, manipolati ed impoveriti sia economicamente che cognitivamente:

Confidiamo nei computer perché si prendano carico sempre di più dei nostri compiti, sia nel lavoro sia nel tempo libero, e perché ci guidino sempre più nelle nostre attività quotidiane. Quando abbiamo bisogno che qualcosa venga fatto in giornata, il più delle volte ci sediamo di fronte ad un monitor, o apriamo il nostro portatile o lo smartphone, o ci fissiamo sulla fronte o al polso un dispositivo connesso alla rete. Lanciamo app. Consultiamo schermi. Riceviamo consigli da voci simulate digitalmente. Ci affidiamo alla saggezza degli algoritmi.**

Tutto ciò ha un costo e questo costo è altissimo. Che ci piaccia o no la Rete ci sta riprogrammando a sua immagine e somiglianza, arrivando a plasmare la nostra stessa attività cerebrale.

Il costante utilizzo dei dispositivi digitali determina nell’essere umano da un lato la perdita di contatto con il mondo reale, perché inibisce le nostre capacità di organizzare e comprendere la realtà (pensiamo all’utilizzo navigatore satellitare ed al conseguente smarrimento del senso dell’orientamento) e dall’altro - per colpa del bombardamento informatico-comunicativo cui ci sottopongono tali dispositivi e dell’uso distratto che tutti noi facciamo degli innumerevoli frammenti di informazione che il sistema ci mette a disposizione - finisce per farci perdere la capacità di concentrazione e di ragionamento.

Concludiamo l’articolo con le sagge parole dello scrittore Nicholas Carr:

È difficile resistere alle seduzioni della tecnologia e nella nostra epoca dell’informazione istantanea i benefici della velocità e dell’efficienza non sono nemmeno in discussione. Ma io continuo a sperare che non ci lasceremo spingere senza alcuna resistenza nel futuro che gli ingegneri elettronici e gli informatici stanno progettando per noi. [...] Sarebbe molto triste se dovessimo accettare senza discussioni l’idea che gli “elementi umani” sono fuori moda e superflui specialmente se si tratta di alimentare la mente dei nostri figli. [...] quando ci affidiamo ai computer perché facciano da mediatori nella comprensione del mondo, è la nostra stessa intelligenza che si appiattisce all’intelligenza artificiale.**


di Francesco Centineo 

Pubblicato il 12 maggio 2025


*Citazione tratta da «Le Paludi della Piattaforma» di Gert Lovink

**Citazione tratta da «La Gabbia di «Vetro» di Nicholas Carr

*Joseph Weizenbaum è stato l’inventore di Eliza, il primo chatbot della storia

**Citazione tratta da «La Gabbia di «Vetro» di Nicholas Carr

mercoledì 21 maggio 2025

Robot che parcheggiano


Cina: I robot per il parcheggio stanno rivoluzionando la mobilità urbana: sistemi intelligenti e autonomi che sollevano, spostano e parcheggiano le auto senza intervento umano!

Provate a pensare quando ve le porteranno via!


Fonte: https://t.me/NoDigitalMan

lunedì 5 maggio 2025

La Television, oeil de demain

Clip integrale del film: "La Television, oeil de demain" di J.K. Raimondo Mille che ha "predetto" lo smartphone.

Questo film francese del 1947 ha predetto accuratamente la nostra dipendenza dagli smartphone nel 21° secolo.

La più vistosa differenza è la grande antenna.
Hanno persino una clip di persone che fissano i loro telefoni in pubblico proprio come la società di oggi.
Nella parte finale del filmato si intravede anche ciò potrebbe essere un ologramma.


Fonte: t.me/Alba_dei_Morti_Viventi